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sabato 13 dicembre 2014

Paolo Rossi: Pericle e la Democrazia

Paolo Rossi nel monologo: "Pericle, discorso agli Ateniesi"












IL VIDEO:

Il Video di Paolo Rossi: "Discorso agli Ateniesi di Pericle"
tratto da: Tucidide "La guerra del Peloponneso" II, 37-41 ( QUI )

Paolo Rossi nel suo spettacolo "Il Signor Rossi e la Costituzione", riporta un discorso di Pericle di Atene che è usato come copertina per la trasmissione televisiva "Ballarò" di RAI 2. Il "Discorso di Pericle" (tratto da: Tucidide "La guerra del Peloponneso" II, 37-41) si compone di una serie di dichiarazioni del V secolo a.C. che ancora oggi sono più che mai attuali.

Pericle.
Pericle, in greco Περικλῆς, Periklēs, "circondato dalla gloria" (nato a Cholargos nel 495 a.C. circa, morto ad Atene nel  429 a.C.), è stato un politico, oratore e stratega ateniese durante il periodo d'oro della città, tra le Guerre Persiane e la Guerra del Peloponneso. Discendeva, da parte di madre, dalla potente e storicamente influente famiglia degli Alcmeonidi. Pericle ebbe una così profonda influenza sulla società ateniese che Tucidide, uno storico contemporaneo a lui, lo acclamò "Primo cittadino di  Atene". Durante i primi due anni delle Guerre del Peloponneso, Pericle fece della Lega Delio-Attica (una alleanza fra Atene e altre città, con Delo, isola sacra poiché ritenuta il luogo di nascita di Apollo, come riferimento per l'alleanza), un impero comandato da Atene. Promosse le arti e la letteratura; questa fu la principale ragione per la quale Atene detiene la reputazione di centro culturale dell'Antica Grecia. Cominciò un progetto ambizioso che portò alla costruzione di molte opere sull'Acropoli (incluso il Partenone, il "tempio della vergine", dedicato ad Atena con un imponente statua d'oro e avorio, alta venticinque metri, costruita da Fidia). Sotto il governo di Pericle, Atene raggiunse il massimo sviluppo democratico, con l'istituzione dell'assemblea cittadina come capo della Lega Delio-Attica.

Il "Discorso di Pericle agli Ateniesi" riportato da Tucidide in "La guerra del Peloponneso" II, 37-41:
"Qui ad Atene noi facciamo così: qui il nostro governo favorisce i molti, invece dei pochi, e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così: le leggi, qui, assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza, quando un cittadino si distingue, allora esso sarà a preferenza di altri chiamato a servire lo stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa, al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così: la libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana, noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro, e non infastidiamo mai il nostro prossimo, se al nostro prossimo piace vivere a modo suo, noi siamo liberi, liberi di vivere, proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari, quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così: ci é stato insegnato di rispettare i magistrati e ci é stato insegnato anche di rispettare le leggi, e di non dimenticare mai coloro che ricevono offesa, e ci e’ stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte, che risiedono nell’universale sentimento di ciò che é giusto, e di ciò che é buonsenso. Qui ad Atene noi facciamo così: un uomo che non si interessa allo stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile, e benché in pochi siano in grado di dar vita a una politica, beh, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicita sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma io proclamo Atene scuola dell’Ellade, e che ogni ateniese cresce prostrando in se una felice versastilità la fiducia in se stesso e la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione. Ed é per questo che la nostra città é aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così!"

Il contesto Storico:
Dal 499 a.C. - Iniziano gli eventi che porteranno la Grecia alle Guerre Persiane: Creso, re di Lidia, che aveva sottomesso le città greche della costa ionica, nel 546 a.C. è rovesciato da Ciro il Grande, re di Persia, che annette anche le città greche dell'Asia Minore.
Nel 499 a.C. prima ribellione fomentata dalla città di Mileto, a cui Atene si allea e che fornisce navi.
Nel 494 il re di Persia Dario saccheggia Mileto e ristabilisce il controllo sulla Ionia.
Nel 491, a capo di una grande flotta si dirige su Atene, ma la flotta è distrutta da una tempesta.
Nel 490 a.C. intraprende la seconda spedizione (prima guerra persiana). E' sconfitto dagli Ateniesi guidati da Milziade a Maratona.
Nel 481 a.C. Serse I, figlio di Dario, attraversa l'Ellesponto (Dardanelli). Sopraffatte le poche centinaia di Spartani del re Leonida alle Termopili, raggiunge Atene e la saccheggia. Ma all'isola di Salamina la flotta greca, comandata da Temistocle sconfigge la più imponente flotta persiana. Serse deve fuggire ripassando l'Ellesponto.
Nel 479 a.C. le residue forze persiane sono annientate a Platea.
Atene diviene la città-stato più influente di tutta l'Ellade, sotto la guida politica di Aristide. Ma impone uno stato di sudditanza alle altre città.

Cartina geografica politica con i nomi delle regioni e province dell'antica
Grecia durante le Guerre Persiane con le spedizioni persiane di
Dati - Ertafeme e Serse, i percorsi e le battaglie (490- 480 a.C.)
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Nella primavera del 472 a.C., Pericle fu il corego della tragedia di Eschilo"I Persiani", presentata alle Dionisie di quell'anno, dimostrando così di essere uno degli uomini più ricchi di Atene. Lo storico Simon Hornblower ha sostenuto che la selezione di questa opera teatrale da parte di Pericle, che presenta un quadro nostalgico della famosa vittoria di Temistocle a Salamina, dimostra che il giovane politico fosse di supporto a Temistocle contro il suo avversario politico Cimone, la cui fazione riuscì a farlo ostracizzare poco dopo. Plutarco dice che Pericle fu il più ricco tra gli Ateniesi per quaranta anni. Se lo fosse stato, Pericle avrebbe preso una posizione di comando sin dai primi anni 460 a.C.. Nel corso di questi anni cercò sempre di proteggere la sua vita privata e di presentarsi come un modello per i suoi concittadini. Per esempio, avrebbe spesso evitato i banchetti, cercando di essere frugale. 
Nel 463 a.C. Pericle accusò Cimone, leader della fazione conservatrice, di aver trascurato gli interessi vitali di Atene in Macedonia. Anche se Cimone fu assolto, questo confronto dimostrò che il principale avversario politico di Pericle era vulnerabile.
Intorno al 461 a.C., i vertici del partito democratico ateniese decisero di ridurre il potere dell'Areopago, un concilio cittadino controllato dall'aristocrazia ateniese, che precedentemente era stata la più potente assemblea nella polis. Il leader del partito e maestro di Pericle, Efialte, propose una netta riduzione dei poteri dell'Areopago. L'Ecclesia, la principale assemblea ateniese, approvò la proposta di Efialte senza una forte opposizione. Questa riforma ha segnato l'inizio di una nuova era della "democrazia radicale". Il partito democratico divenne gradualmente dominante nella politica ateniese e Pericle sembrò volesse proseguire una politica populista al fine di persuadere il pubblico. Secondo Aristotele, la presa di posizione di Pericle può essere espressa dal fatto che il suo principale oppositore politico, Cimone, era ricco e generoso ed era in grado di assicurarsi il favore del popolo donando generosamente una parte della sua considerevole fortuna personale. Lo storico Loren J. Samons II sostiene, tuttavia, che Pericle aveva risorse sufficienti per farsi notare nella politica con mezzi privati, se avesse così scelto.
Nel 461 a.C. Pericle riuscì ad eliminare dalla scena politica il suo principale oppositore usando l'arma dell'ostracismo. Cimone era stato accusato di aver tradito la città, agendo come alleato di Sparta.
Anche dopo l'ostracismo di Cimone, Pericle continuò a promuovere una politica populista. Per primo propose una legge che permetteva ai poveri di guardare spettacoli teatrali senza pagare, con lo Stato che copriva il costo della loro entrata. Nel 458 a.C. con altri decreti abbassò il requisito di proprietà per i magistrati , e poco dopo il 454 a.C. elargì generosi stipendi a tutti i cittadini che avevano prestato servizio come giurati nell'Heliaia (il tribunale supremo di Atene). Il suo provvedimento più controverso fu, tuttavia, una legge del 451 a.C. che riconosceva cittadini ateniesi solo coloro che avevano entrambi i genitori ateniesi.
Tali misure spinsero i critici di Pericle a considerarlo come responsabile della degenerazione progressiva della democrazia ateniese. Quindi, introdusse una normativa che concedeva l'accesso delle classi inferiori al sistema politico e agli uffici pubblici, da cui erano state precedentemente escluse a causa dei limitati mezzi o delle origini umili. Successivamente, la flotta, spina dorsale della potenza ateniese fin dai tempi di Temistocle, fu presidiata quasi interamente da membri delle classi inferiori. Konstandinos Paparrigopulos, un grande storico greco moderno, sostiene che Pericle propose queste leggi per ampliare e stabilizzare tutte le istituzioni democratiche. Secondo lo storico Samons, Pericle credeva che fosse necessario far crescere i demo, in cui egli vedeva una fonte di energia non sfruttata e l'elemento cruciale di dominio militare ateniese.
Cimone, d'altra parte, apparentemente credeva che non ci fosse spazio per un'ulteriore evoluzione democratica. Era certo che la democrazia avesse raggiunto il suo picco e che le riforme di Pericle avessero portato allo stallo del populismo. Secondo Paparrigopoulos, la storia rivendicò Cimone, perché Atene, dopo la morte di Pericle, affondò nel baratro dell'agitazione politica e della demagogia. Paparrigopoulos sostiene che una regressione senza precedenti discese sulla città, la cui gloria morì a causa della politica populista di Pericle. Secondo un altro storico, Justin Daniel King, la democrazia radicale favorì il popolo, ma danneggiò lo stato. D'altra parte, Donald Kagan asserisce che le democratiche misure di Pericle fornirono le basi per una forza politica inattaccabile. Infine, Cimone accettò la nuova democrazia e non si oppose alla legge sulla cittadinanza dopo il suo ritorno dall'esilio, nel 451 a.C. L'uccisione di Efialte, avvenuta nel 461 a.C., spianò la strada del potere a Pericle. In mancanza di un'opposizione forte dopo l'espulsione di Cimone, il leader incontestabile del partito democratico, Pericle stesso, diventò il sovrano insindacabile di Atene. Rimase al potere quasi ininterrottamente fino alla sua morte, avvenuta nel 429 a.C.

Cartina fisica con città e isole della Grecia o Ellade arcaica
e antica.  Clicca sull'immagine per ingrandirla.

Pericle guidò le sue prime spedizioni militari durante la Prima Guerra del Peloponneso, che fu causata in parte dall'alleanza della sua città con Megara e Argo e dalla conseguente reazione di Sparta. 
Nel 454 a.C. attaccò Sicione e Acarnania. Successivamente tentò, senza successo, di prendere Oeniadea sul golfo di Corinto, prima di tornare ad Atene. Nel 451 a.C., Cimone, ritornato dall'esilio, negoziò una tregua di cinque anni con Sparta, dopo una proposta di Pericle: un evento che indica un cambiamento nella politica strategica di Pericle. Pericle potrebbe aver capito l'importanza del contributo di Cimone durante i conflitti contro i Peloponnesiaci e i Persiani. Lo storico Podlecki sostiene, comunque, che il presunto cambiamento di posizione di Pericle fu inventato dagli storici antichi per sostenere "una visione tendenziosa della mobilità di Pericle".
Plutarco afferma che Cimone strinse un accordo per condividere il potere con i suoi oppositori, secondo il quale Pericle sarebbe stato il responsabile degli affari interni e Cimone sarebbe stato il capo militare di Atene, sostenendo una campagna all'estero. Kagan pensa che Cimone si adattò a delle nuove condizioni e promosse un matrimonio politico tra la fazione di Pericle e la sua.
A metà degli anni 450 a.C. gli Ateniesi lanciarono un tentativo, che poi si rivelò un fallimento, di aiuto ad una rivolta egiziana contro la Persia, che portò ad un assedio prolungato di una fortezza persiana nel Delta del Nilo. La campagna culminò in un disastro su vasta scala; la forza di assedio fu sconfitta e distrutta. Intorno al 450 gli Ateniesi inviarono delle truppe a Cipro. Cimone sconfisse i Persiani a Salamina, ma morì di malattia nel 449 a.C. Si dice che Pericle abbia avviato entrambe le spedizioni in Egitto e a Cipro, anche se alcuni ricercatori, come Karl Julius Beloch, sostengono che l'invio di una così grande flotta fosse conforme con lo spirito politico di Cimone.
A complicare la situazione di questo periodo è la questione della Pace di Callia, che chiuse le ostilità tra Greci e Persiani. L'esistenza stessa del trattato è assai discussa, e i suoi dettagli e le sue trattative sono ugualmente ambigui. Ernst Badian crede che un patto di pace tra Atene e la Persia sia stato stipulato per la prima volta nel 463 a.C. (rendendo gli interventi ateniesi in Egitto e a Cipro violazioni della pace) e trattato nuovamente dopo la campagna di Cipro, tornando ad essere applicato nel 449 a.C. John Fine, però, suggerisce che il primo trattato di pace tra Atene e la Persia si concluse nel 450 a.C., perché Pericle aveva capito che il conflitto con la Persia stava ostacolando la capacità di Atene di diffondere la sua influenza sulla Grecia. Kagan pensa che Pericle abbia usato Callia, un cognato di Cimone, come simbolo di unità e lo utilizzò varie volte per trattare importanti accordi.
Nella primavera del 449 a.C., Pericle propose un decreto, che portò alla creazione di una riunione di tutte le poleis greche, al fine di esaminare la questione della ricostruzione dei templi distrutti dai persiani. Questo progetto non andò a buon fine a causa della posizione di Sparta, ma le reali intenzioni di Pericle furono poco chiare. Alcuni storici pensano che egli avesse voluto creare una sorta di confederazione di tutte le città greche; altri pensano che voleva semplicemente affermare la supremazia di Atene. Secondo lo storico Terry Buckley, l'obiettivo di questo decreto era rinnovare la Lega delio-attica.

Cartina dell'antica Grecia o Ellade con i nomi delle sue regioni, città,
arcipelaghi, isole e dei linguaggi-dialetti parlati nell'antichità.
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"Ricordate anche che se il vostro paese ha il nome più importante del mondo, è perché non si è mai piegata di fronte a dei disastri; perché ha speso più vita e più forze in guerra rispetto alle altre città e si è conquistata un potere maggiore rispetto a quegli altri finora conosciuti."
Terza orazione di Pericle come ricordata da Tucidide (II, 64)

Durante la Seconda Guerra Sacra Pericle guidò l'esercito ateniese contro Delfi e reintegrò i suoi diritti di sovranità sulla Focide. Nel 447 a.C. Pericle si impegnò nella sua spedizione più ammirata: l'espulsione dei barbari dalla città tracia di Gallipoli. Il motivo che spinse Atene a compiere quest'impresa era la colonizzazione della regione in cui si trovava la città. A quel tempo, tuttavia, Atene era ostacolata da una serie di rivolte tra le sue città alleate (o, per meglio dire, subordinate). Sempre nel 447 gli oligarchi di Tebe cospirarono contro la fazione democratica. Gli Ateniesi chiesero loro la resa immediata, ma, dopo la battaglia di Coronea, Pericle fu costretto ad ammettere la perdita della Beozia, al fine di recuperare i prigionieri catturati in quel conflitto. Con la Beozia nelle mani dei nemici, la Focide e la Locride si ribellarono e caddero presto sotto il controllo degli oligarchi. Nel 446 a.C. scoppiò una rivolta ancora più pericolosa: l'Eubea e Megara si ribellarono. Pericle marciò su Euboea con le sue truppe, ma fu costretto a ritirarsi quando l'esercito spartano invase l'Attica. Attraverso la corruzione e le trattative, Pericle disinnescò la minaccia imminente e gli Spartani tornarono nella loro città. In seguito, quando Pericle fu indagato per la gestione del denaro pubblico, non fu sufficientemente giustificata una spesa di 10 talenti, dal momento che i documenti ufficiali riferiscono che i soldi furono spesi per uno "scopo molto grave". Tuttavia, lo "scopo molto grave" (cioè la corruzione) doveva sembrare tanto fondamentale ai revisori dei conti che approvarono la spesa, senza ingerenze ufficiali e senza nemmeno indagare su questo caso. Dopo che la minaccia di Sparta fu scongiurata, Pericle marciò nuovamente sull'Eubea per schiacciare una rivolta. Successivamente inflisse punizioni severe ai proprietari terrieri della città più importante di quella regione, Calcide, tra cui la perdita dei propri terreni. Nel frattempo, i residenti della città di Istiaia, che aveva massacrato l'equipaggio di una trireme ateniese, furono deportati e sostituiti da duemila coloni ateniesi. La crisi fu portata a termine dalla Pace dei Trent'anni, stipulata intorno al 446 a.C., in cui Atene si impegnava ad abbandonare i possedimenti acquisiti nel corso del 460 a.C., e, insieme a Sparta, di non tentare di conquistare le città alleate a quest'ultima.

Carta della Grecia con i nomi delle sue regioni e delle isole, con
l'arcipelago delle Cicladi, dove si trova Delo, al centro in rosa.
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Nel 444 a.C., le fazioni democratica e conservatrice si affrontarono in uno scontro decisivo. Il nuovo capo dei conservatori, Tucidide (che non deve essere confuso con lo storico omonimo), accusò Pericle di licenziosità, criticando il modo in cui spese i soldi per il piano di costruzione in corso. Inizialmente, Tucidide cominciò a procurarsi il favore dell'Ecclesia, ma poi, quando Pericle riuscì a farsi sentire, riuscì a mettere i conservatori nell'ombra. Il leader dei democratici rispose proponendo di rimborsare alla città tutte le spese con i suoi soldi, a condizione che Atene gli avrebbe reso delle iscrizioni e delle dediche. Il suo atteggiamento fu accolto con applausi, e Tucidide subì una sconfitta inattesa. Nel 442 a.C., il popolo ateniese ostracizzò Tucidide per 10 anni e Pericle fu ancora una volta il sovrano incontrastato della scena politica ateniese.
Pericle volle stabilizzare la posizione dominante della sua città e far valere la sua preminenza in Grecia. Si pensa che il processo attraverso il quale la lega di Delo si trasformò in un impero ateniese sia cominciato ben prima dell'amministrazione di Pericle, poiché varie città affiliate alla lega avevano già deciso di rendere omaggio ad Atene, invece di fornire semplicemente navi equipaggiate per la flotta dell'alleanza, ma la trasformazione fu accelerata e portata a compimento con misure attuate da Pericle. Il passo finale nella trasformazione ad impero potrebbe essere stato innescato dalla sconfitta ateniese in Egitto, che minacciò il dominio della città sul Mar Egeo e portò alla rivolta di alcune città alleate, come Mileto ed Eritre. Dopo questi eventi, nel 454-453 a.C., sia a causa di una reale paura per la sua sicurezza, o come pretesto per ottenere il controllo delle finanze della Lega, Atene trasferì presso di sé il tesoro dell'alleanza, che prima era a Delo. Intorno al 450 a.C. le rivolte a Mileto e Eritre furono represse e Atene restaurò il suo dominio sui suoi alleati. Attorno al 447 lo statista Clearco propose un decreto sul denaro, che impose il peso e le dimensioni delle monete d'argento ateniesi a tutti i suoi alleati. Secondo una delle disposizioni più severe del decreto, l'eccedenza di un processo di coniazione doveva andare ad un fondo speciale, e chiunque avesse proposto di usarla in un altro modo, rischiava la pena di morte.
L'Athena Parthenos di Fidia,
 che porta sulla mano una "Nike",
 la Vittoria alata.    Clicca
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Fu dal tesoro dell'alleanza che Pericle raccolse i fondi necessari per realizzare il suo piano ambizioso di costruzione, con particolare attenzione alla ristrutturazione dell'Acropoli, che comprendeva i Propilei, il Partenone e la statua d'oro di Atena, scolpita da Fidia, amico di Pericle. Nel 449 a.C., Pericle propose un decreto che permise l'utilizzo di 9.000 talenti per finanziare il vasto programma di ricostruzione dei templi ateniesi. Angelos Vlachos, un accademico greco, sostiene che l'utilizzo del tesoro dell'alleanza, avviato ed eseguito da Pericle, è una delle più grandi malversazioni della storia umana; questa appropriazione indebita finanziò, tuttavia, alcune delle creazioni artistiche più belle del mondo antico.
La Guerra contro Samo: dopo l'ostracizzazione di Tucidide, Pericle fu rieletto annualmente generale, l'unica carica che abbia mai realmente occupato. Nel 440 a.C., cominciò una guerra tra Samo e Mileto per il controllo di Priene, un'antica città sulle coste della Ionia ai piedi di Micale. Ad un certo punto del conflitto, Mileto chiese aiuto ad Atene, a causa delle difficoltà incontrate durante la guerra. La città di Pericle, allora, ordinò alle due parti di smettere di combattere e di sottoporre il caso al proprio arbitrato, ma Samo si rifiutò. Pericle, quindi, fece approvare un decreto che ordinava la spedizione dell'esercito ateniese a Samo "vertente contro il suo popolo che, pur avendo ricevuto l'ordine di interrompere il conflitto contro i Milesi, non rispettò le condizioni". In una battaglia navale, gli Ateniesi, guidati da Pericle, e altri nove generali sconfissero le forze di Samo ed imposero sull'isola un'amministrazione democratica. Quando i Samiani si ribellarono contro il domini ateniese, Pericle costrinse la città ad arrendersi dopo un assedio durato otto mesi, che suscitò malcontento tra i componenti della flotta. Successivamente, il generale sedò una rivolta a Bisanzio e, quando tornò ad Atene, tenne un famoso discorso funebre in onore dei soldati caduti durante la spedizione. Tra il 438 e il 436 a.C. Pericle guidò la flotta ateniese nel Ponto, dove instaurò relazioni amichevoli con le città greche della regione. Inoltre, Pericle focalizzò la sua attenzione anche su progetti interni, come la fortificazione di Atene, e sulla creazione di nuove cleruchie, come Andro, Nasso nel 444 a.C., così come Anfipoli nel 437 a.C.

Atene e l'Acropoli oggi.   Clicca sull'immagine per ingrandirla.

"In sintesi io affermo che tutta la nostra città sia un modello didattico della Grecia e che mi sembra che i nostri uomini, presi singolarmente, rivolgano la loro indipendente personalità, con moltissima versatilità, accompagnata da decoro, alle più svariate occupazioni. E proprio la potenza della città, che abbiamo conseguito in seguito a queste nostre capacità, rivela che questo non è uno sfoggio di parole di questo momento, quanto piuttosto la verità dei fatti. Sola, infatti, fra quelle d'oggi, affronta la prova essendo superiore alla sua fama e sola né provoca sdegno nel nemico che l'assale, da quali avversari è ridotto male, né ( suscita ) il malcontento nei sudditi, come se fossero governati da persone indegne. Inoltre, dopo aver dimostrato con grandi prove che anche la nostra potenza è suffragata da testimonianze, saremo ammirati dai contemporanei e dai posteri, dato che non abbiamo inoltre bisogno né di Omero che ci elogi né di qualcuno che con i suoi versi sul momento ci diletterà, ma la verità smentirà la rappresentazione dei fatti, e che invece costringemmo ogni mare ed ogni terra a diventare accessibile alla nostra audacia ed edificammo insieme ovunque ricordi destinati a durare in eterno di sventure e successi. Dunque, per una tale città, questi uomini morirono nobilmente in combattimento, perché ritenevano giusto che non fosse loro strappata via, ed è naturale che ognuno degli uomini sopravvissuti desideri soffrire per essa."
Orazione funebre di Pericle come ricordata da Tucidide II, 41 

Carta dell'antica Grecia con percorsi e battaglie durante la Guerra
del Peloponneso fra Atene e Sparta nel 431- 404 p.e.v. (a.C.)
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Dal 431 a.C. - Inizia in Grecia la Guerra del Peloponneso: la causa fu l'insofferenza delle città greche nel subire il predominio di Atene, abbinata all'accresciuta competitività di Sparta
.
Nel 431 a.C. Corcira (Corfù) chiede aiuto a Sparta per liberarsi del legame con Corinto, alleata di Atene.
Nel 429 a.C. Pericle muore.
Il conflitto si conclude nel 404 a.C. con la supremazia di Sparta (Atene ebbe guide troppo scadenti come Cleone o troppo ambiziose come Alcibiade).
Ad Atene fu imposto il regime oligarchico dei trenta tiranni.
Nel 403 a.C. Trasibulo scacciò gli Spartani e restituì ad Atene gli istituti democratici e l'indipendenza.

Cartina geografica fisica e politica della Grecia attuale, con il Peloponneso,
Creta, le  isole e le sue regioni. Clicca sull'immagine per ingrandirla

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